Chi sono

Dott. Giovanni Mosti

Da molti anni ormai mi occupo quasi esclusivamente del trattamento della malattia venosa e della sua più grave manifestazione clinica: le ulcere vascolari che hanno una origine venosa nella stragrande maggioranza dei casi.

Dalla Flebologia alla Medicina Estetica

Come si può passare da questo ambito professionale alla Medicina Estetica?

Innanzitutto molte delle prestazioni in ambito flebologico hanno una forte attinenza con l’estetica. Per molte pazienti che si rivolgono a me l’aspetto estetico delle gambe è molto importante.

Molte signore non vogliono vedere le teleangectasie, comunemente conosciute come “i capillari”, nelle loro gambe, capillari che spesso rappresentano un problema esclusivamente estetico. I capillari, poi, risultano nella maggior parte dei casi associati ad altre problematiche antiestetiche come accumuli adiposi localizzati che si vengono a trovare nelle stesse zone di localizzazione dei capillari oppure edema (gonfiore) che caratteristicamente interessa la parte più distale delle gambe e le caviglie.

È esperienza comune per il flebologo essere consultato da molte pazienti che combattono quotidianamente con la cellulite, con la sensazione di pesantezza e stanchezza delle gambe legata alla stasi e con antiestetiche pigmentazioni. Molte di queste problematiche possono essere risolte con procedure (es. LASER, carbossiterapia, biorisonanza) di uso comune sia in flebologia che in medicina estetica.

Chi si occupa di flebologia è, quindi, spesso consultato per risolvere anche problematiche di tipo estetico e si può senz’altro dire che la flebologia può essere considerata una disciplina anche ad indirizzo estetico. Infatti molti dei suoi disturbi hanno un impatto estetico, anche se, invece, legati alla presenza di una patologia circolatoria venosa o linfatica.

Non a caso nei congressi di Flebologia si possono trovare stand aziendali con apparecchiature ad uso estetico.

Infine, come detto, l’uso quotidiano per il flebologo di medical devices come LASER, carbossiterapia, biorisonanza comunemente usati anche in Medicina Estetica; oppure, nel mio caso, l’uso di tecniche rigenerative usate non solo nella terapia ricostruttiva delle ulcere cutanee ma, sia pur con le adeguate modifiche, anche in Medicina Estetica, può far facilmente comprendere come sia possibile che chi ha praticato per una vita l’attività flebologica possa a buon diritto, occuparsi di Medicina Estetica non Invasiva.

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